Panoramica
Descrizione
Immaginate di varcare la soglia di un’opera d’arte abitabile. Una villa firmata dai celebri architetti torinesi Jaretti e Luzi vi accoglie con l’armonia dei suoi spazi, capaci di raccontare una storia fatta di luce e materia. Maestri dell’architettura del Dopoguerra, autori di icone come le Torri Pitagora e la Casa dell’Obelisco, hanno lasciato il segno anche qui.
Questa residenza fu la casa di famiglia del fratello di Sergio Jaretti: l’ingegnere Gianfranco Jaretti Sodano, artista eclettico, che si dedicò alla pittura a olio, alla scultura in bronzo e marmo, alle maschere in ceramica e alle sue ultime creazioni in vetro.
In questa villa vive tutta la poetica di Jaretti e Luzi: l’audacia delle forme, il dialogo costante con la natura, l’espressività dei materiali e un equilibrio rigoroso tra funzione e bellezza. Il tetto, dalla conformazione avanguardistica per l’epoca e ancora oggi sorprendente, è solo il primo segno di un progetto che continua a stupire.
L’ampio ingresso di rappresentanza introduce al piano terra un appartamento indipendente, con cucina, una camera, un bagno e un locale attualmente adibito a palestra con doccia. Il cuore architettonico della casa è una rampa pedonale a spirale quadra che collega tutti i livelli, regalando dinamismo e continuità visiva agli spazi.
La cucina principale, affiancata da un locale di servizio (dispensa o lavanderia), apre su una zona giorno pensata per la convivialità, inondata di luce grazie a una grande vetrata affacciata sul terrazzo esterno pavimentato in pietra di luserna. Un’ulteriore apertura si rivolge verso il verde del bosco, amplificando il senso di connessione con l’ambiente.
La zona notte comprende una camera padronale, quattro ulteriori camere e tre bagni, distribuiti in modo da offrire privacy e raccoglimento. Tutte le stanze accedono a piccoli terrazzi con vista sul paesaggio circostante.
Il soggiorno principale, con camino, si apre su un gioiello nascosto: un patio interno scoperto, racchiuso tra le mura come uno scrigno segreto. Le ampie vetrate che lo circondano creano un continuo scambio di luce tra interno ed esterno, rendendo ogni istante speciale.
La mansarda era lo spazio dedicato alla creatività, mentre al piano inferiore si trovano i locali cantina e il box auto, che aggiungono comfort e funzionalità.
Ogni dettaglio esprime la visione degli architetti: dal mattone a vista, simbolo di artigianato, ai pavimenti in Bargiolina della rampa, della zona pranzo e del salotto, che accarezzano i passi. Le grandi vetrate trasformano la luce in complice quotidiana.
E infine la posizione: immersa in circa 22.000 mq di verde, sulla collina torinese, in un’oasi di silenzio a pochi passi dalla Scuola Francese e da Corso Casale. Un ultimo dono dell’architetto a chi saprà coglierne l’anima.
Non è una semplice casa. È un’esperienza abitativa unica. Per chi cerca ispirazione ogni giorno, per chi ama vivere in spazi pensati per il benessere e l’armonia.
Questa villa attende solo di essere vissuta. È un’occasione rara per entrare nella storia dell’architettura torinese.
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